In ricordo di Francesco Piccolo

In ricordo di Francesco Piccolo

Francesco Piccolo – o Franco, come lo chiamano in molti – ci ha lasciato in una giornata piena di sole, a dicembre.

Francesco è stato un socio fondatore dell’associazione In Touch aps, ma anche, soprattutto, negli ultimi anni non c’è stato un evento con Prem Rawat, una sessione di conoscenza o un evento con un video speciale dove Francesco non sia stato presente e sempre disponibile ad aiutare in mille modi possibili con la sua gioiosa generosità.

Un amico caro per centinaia e centinaia di persone, un amico caro che ricordava tutti i giorni con i suoi messaggi quanto sia preziosa l’esistenza e quanto gli insegnamenti di Prem Rawat possano rendere ognuno di noi una persona migliore.

Caro Franco, grazie con tutto il cuore!

Qui sotto puoi leggere un suo scritto dedicato all’albero in fotografia, che si protende verso il mare.

L’albero che cammina

Questo albero io lo chiamo “L’albero che cammina”

Forse te ne ho già parlato, ma oggi gli ho raccontato di te, e lui in riposta mi ha raccontato di sé stesso.

Mi ha detto che è lì da centinaia di anni, e con il mare si è stretta sempre di più una relazione amorevole.

Nel corso degli anni, al di là delle leggi della natura, piano piano, si è mosso con le sue radici per essere sempre più vicino al mare.

E nonostante il suo rapporto speciale e amorevole con il mare sia la cosa più importante, sa anche che il mare è la causa del suo deterioramento, del suo indebolimento e di accelerazione alla sua fine, a causa del salmastro, del vento, delle onde che con la complicità del vento lo investono violentemente e continuamente.

Ma tutto questo lui lo accetta, perché fa parte della sua vita, per lui è una relazione meravigliosa e intoccabile da qualsiasi giudizio ed è grato per ogni giorno in più che passa in compagnia del mare.

Io, dopo aver ascoltato questo dall’albero che cammina, ho provato a pensare che correlazione c’è con la tua storia e con la tua situazione, e così la mia testa mi ha prospettato tantissimi punti di vista e confronti che mi creavano un disagio, ma per fortuna ho lasciato il comando al cuore che mi ha suggerito “questo non il momento di capire, è il momento di sentire”.

Al momento non ho più parole… un caro caro caro saluto a te.

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